Basta consumare territorio vergine!

Siamo ormai vicini all'approvazione definitiva del PSC e del RUE, i nuovi strumenti urbanistici che mandano in pensione il PRG dell'era spaggiariana e malagoliana. Prossimamente si passerà al POC, un altro tassello della pianificazione urbanistica.
Allo stato attuale pare che il nuovo PSC porterà solo dai 12.000 ai 13.000 appartamenti nei prossimi 15 anni (circa 30.000 nuovi abitanti), sinceramente credo sia un dato ampiamente sottostimato che non tiene conto dei tanti piani particolareggiati presentati prima dell'adozione del PSC.
Negli ultimi venti anni Reggio è aumentata di più di 40.000 abitanti, e cosa sia diventata lo si vede ogni giorno.
Una città ipertrofica che ha perso qualsiasi riferimento etico ed estetico con ciò che, in vari secoli, chi ci ha preceduto, aveva costruito.
Questa ipertrofia ha degenerato sia la città fisica che il tessuto sociale, ha impoverito il sistema dei servizi sociali, ha modificato la psicologia delle persone (l'abbondante uso di coca e psicofarmaci ne è un segnale preoccupante, ma non se ne parla).
Alcuni giorni fa sono stato alla presentazione del libro “Mafia, le mani sul nord”, dell'ottima giornalista Sara Di Antonio, leggendolo colpisce come il radicamento mafioso nella nostra società sia avvenuto attraverso l'edilizia. Ne avevo sentore, ma l'attaccamento ad una presunzione di “reggianità”, intesa come diversità etica e morale, mi ha impedito di leggere la realtà che mi passava sotto il naso; d'altronde solo un paio di anni fa un'importante istituzione reggiana, la Presidentessa della Provincia, diceva che la società reggiana aveva gli anticorpi necessari per avversare le infiltrazioni mafiose, scuso quindi la mia miopia.
La crisi economica, oltretutto, sta alleggerendo la pressione demografica e c'è già chi ha abbandonato o sta abbandonando Reggio Emilia, alla ricerca di luoghi dove cercare un lavoro ed eventualmente una casa.
Già … abbiamo costruito tantissimo (e molto ma molto male), tralasciando capannoni vuoti ed uffici inutilizzati, ci sono ancora migliaia di appartamenti invenduti, ma chi ha necessità di un appartamento e non può accedere ad un mutuo, e non riesce a pagare un affitto commisurato al proprio reddito (cioè che gli lasci qualcosa per comprare da mangiare), non sa dove andare … ci siamo dimenticati delle case popolari (o come si dice del “social housing”, che pare più bello e molto più trendy).
Tralascio volutamente tutte le considerazioni sull'incremento dell'inquinamento della nostra città, visto che ne ho abbondantemente parlato in altri post.
Ci troviamo, quindi, con una città cresciuta troppo, troppo rapidamente, e molto male; le ripercussioni sulla coesione sociale e sulla tenuta del sistema dei servizi sono evidenti; abbiamo a che fare con un radicamento criminale che ha inquinato la società e le iniziative imprenditoriali.
Abbiamo quindi una città ed una società da risanare.
Propongo di porre un serio STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO vergine, cinque anni di moratoria delle nuove costruzioni, sia abitazioni che capannoni, che uffici, che strade e infrastrutture varie (a proposito: smettiamo di costruire rotonde, ormai viene il mal di mare viaggiando in pianura!).
Concentriamoci solo sulla ristrutturazione dell'esistente ed un miglioramento della qualità.
Poi si potrà capire se c'è davvero bisogno di produrre il “bene” casa per chi ne ha veramente necessità.
Mi si obietterà:
  1. ma i diritti acquisiti …, rispondo che sono una bufala comoda per un'amministrazione che non vuole perdere consensi (non esiste nella giurisprudenza);
  2. per aumentare la qualità bisogna aumentare il PIL …, rispondo che l'11,4% del PIL è dovuto alle attività illecite mafiose, che il PIL comprende anche il commercio di armi, che aumenta con l'aumentare di ammalati di tumori, con l'aumento dell'inquinamento, dei rifiuti ecc.. e non sono cose utili alla salute fisica e psicologica;
  3. si perderanno posti di lavoro …, rispondo che il settore edilizio è il più squalificato fra i settori produttivi, senza qualifica si fa presto a riciclarsi, nella ristrutturazione e nel restauro, invece, servono persone qualificate sia tecnicamente che professionalmente.

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